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"Quel pomeriggio mi recai in tipografia per ritirare le copia del mio libro. Sbrigate le formalità, mentre caricavo gli scatoloni sull'auto, mi rivolsi alla titolare (lì per aiutarmi) con: 'Questo è il primo e l'ultimo libro che scrivo' e lei con un leggero sorriso aggiunse: 'Deve sapere che scrivere è come una droga, vedrà che scriverà ancora'. La salutai certo che non avrei più scritto. Invece... era vero! Le ali del primo battevano troppo forte per non scrivere ancora. Non pretendo di impartire 'lezioni di vita,' ho solo il desiderio che attraverso questo mio severo esame interiore possiate fermarvi un attimo a riflettere, magari dopo dialogare con un amico. Avrete pensato e poi parlato. Se ciò avvenisse avrei raggiunto il mio scopo. Ho servito l'Arte e dall'Arte sono stato contraccambiato lasciando qualcosa di tangibile. 'Le storielle' che troverete sono fatti realmente accaduti senza che la penna abbia fatto pesare l'ago della bilancia più da una parte che dall'altra e posso garantire che non è stato facile!".